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L’importanza dei ritmi sonno veglia
Il sonno ricopre una fase importantissima nell’ambito dei ritmi biologici; durante il sonno ci rigeneriamo nella mente e nella struttura osteoarticolare, il cervello si ripulisce di tutte quelle sostanze di scarto accumulate durante il giorno e le cartilagini si ricaricano di acqua.
Dormire poco o male vuol dire iniziare la giornata nel peggiore dei modi; se dormiamo male ci svegliamo con dolori articolari e già stanchi, svogliati, scarichi di energia.
Ma se dormire male è un problema, non dormire affatto è molto peggio e non è compatibile con una normale attività.
Per dormire bene
Il sonno è un fattore individuale; che chi ha bisogno di dormire 10 ore al giorno, chi si accontenta di 6, qualcuno dorme anche 12 ore, mentre alcuni soggetti dopo appena 4 sono già freschi e pimpanti, pronti ad affrontare la giornata lavorativa.
Esistono persone che si addormenterebbero su un sasso e tra i rumori di un cantiere, mentre ad altre basta cambiare letto per quanto comodo, per andare in crisi.
Esistono delle regole di massima da seguire per dormire bene e addormentarsi in orari fisiologici:
- un letto comodo, non troppo morbido nè troppo rigido, deve essere performante, abbracciare la silhouette senza sprofondare costringendo la colonna vertebrale ad assumere posizioni patologiche.
- La temperatura deve essere ottimale, troppo caldo o troppo freddo inducono insonnia o un sonno agitato.
- Chi è abituato a dormire nella totale oscurità può avere difficoltà ad addormentarsi in una stanza dove filtrano luci, magari dalla strada. In questi casi si può indossare una mascherina da notte, acquistabile presso tutti i negozi di sanitari o farmacie.
- A chi soffre di insonnia a causa dell’inquinamento acustico invece, rimane solo da confidare nella buona educazione dei suoi coinquilini, i tappi nelle orecchie sono sconsigliati.
L’insonnia
Esistono due tipi di insonnia:
- insonnia iniziale, cioè la difficoltà ad addormentarsi. Questa non toglie che il soggetto possa poi dormire anche molte ore ininterrottamente.
- Insonnia intermittente o centrale o lacunare o polisonnia: è uno stato in cui il soggetto si risveglia più volte durante la notte, anche in assenza di stimoli ambientali.
- Risvegli precoci o inversione del sonno veglia.
C’è da dire che l’insonnia conclamata, diagnosticata da un centro medico qualificato è una patologia e come tale va approcciata.
Diverso è accusare un’insonnia temporanea, magari legata all’alterazione dei normali ritmi giornalieri. Questi disturbi sono tipici dei primi giorni di ferie, quando la sera non si è abbastanza stanchi e quando le condizioni ambientali sono diverse da quelle a cui si è abituati.
In questi casi è bene effettuare lunghe passeggiate la sera o comunque incrementare l’attività fisica che durante le vacanze decresce di molto, troppo.
Non consumare cene troppo pesanti e non bere alcoolici o caffè aiuta molto ed è da considerare che l’obesità è un fattore scatenante dell’insonnia.
Se il sonno stenta ad arrivare è meglio alzarsi dal letto e rimanere per un pò in un altro ambiente oppure leggere un libro, sconsigliata la tv. Insomma rigirarsi nella speranza di addormentarsi è controproducente, poiché quanto più si tenti di dormire, tanto più si ottiene l’effetto opposto.
Se l’insonnia perdura ci si può affidare ad una buona tisana vegetale o alla melatonina contenuta in un bicchiere di latte.
Rimedi naturali: le tisane
Molte tisane, infusi, decotti che consumiamo nella speranza dei tanto agognati sogni d’oro, in realtà non vanno oltre l’effetto placebo.
In primis va sfatato il falso mito della camomilla, poiché questa non contiene alcuna sostanza che induca il sonno, nè che possa influenzare l’umore; è un ottimo antispastico per l’intestino e probabilmente la fama di sonnifero è maturata in seguito alla somministrazione ai neonati. Bimbi ai quali le colichette gassose arrecavano un fastidio tale da renderli insonni e irrequieti, dopo la somministrazione di infusi di camomilla, finalmente si addormentavano sfiniti dal pianto. In realtà questi riuscivano a dormire grazie ai poteri calmanti sugli spasmi della camomilla; il tempo, il marketing e il placebo hanno fatto il resto.
Esistono comunque piante dall’effetto sedativo o tranquillante (non soporifere) che ovviamente conciliano il sonno.
Il più rappresentativo dei precursori della serotonina è il 5-idrossitriptofano, contenuto in grandi percentuali nei semi della Griffonia, una pianta africana.
La serotonina è un neurotrasmettitore che stimola i centri dell’umore, non a caso è descritta come la molecola della felicità; agendo positivamente sugli stati depressivi, risulta un ottimo alleato per la predisposizione al sonno.
Altre tisane che favoriscono il sonno sono:
- Valeriana
- Biancospino
- Iperico
- Lavanda
- Melissa
- Menta
- e molte altre in ordine decrescente.
Nella preparazione delle tisane è importante utilizzare una quantità di prodotto secco o fresco sufficiente (meglio abbondare), lasciare in acqua il tempo necessario e consumarle almeno tre ore prima di andare a letto.
I prodotti erboristici non sono farmaci, pertanto il risultato è di minore entità e i tempi di risposta più lunghi.